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venerdì 2 dicembre 2011

Giovanni Oscar Urso - La donna indipendente

La donna indipendente
dal 3 dicembre al 31 gennaio 2012
Vernissage: Sabato 3 dicembre ore 19.30
ore 20.30 performance di Sciandra 
“MAcheRITO INUTILE
atto composito - 1ª parte”
- Ingresso libero
Orario: 9.30 / 13.00 – 15.30 - 19.30.
Chiuso il giovedì pomeriggio e festivi.
Curatore: Marco Testa
Autore: Giovanni Oscar Urso
Genere: fotografia
www.giovannioscarurso.com
giovannioscar@fastwebnet.it



Sabato 3 dicembre alle ore 19,30 s’inaugura presso i locali dell’ INDIE STORE “barsport donna” in via Riva di Reno 100/d a Bologna la mostra fotografica di Giovanni Oscar Urso “La donna indipendente”. Durante il vernissage, alle ore 20.30, si terrà la performance di Sciandra “MAcheRITO INUTILE – atto composito – 1ª parte”.
Un negozio di abbigliamento non vuole certo essere sostitutivo di una galleria ma neanche semplicemente uno spazio espositivo originale dove si vuole proporre l’arte. Lo spazio e le opere esposte hanno un dichiarato intento comune rivolto al mondo femminile. Un dialogo tra arte e bisogni della normalità, tra l’intimità di una scelta e il piacere di un acquisto. Uno spazio in cui possono coincidere desideri e condividere i pensieri. Il progetto di portare una mostra d’arte contemporanea in un negozio ha come intento quello di avvicinare l’arte alla realtà della consuetudine sollecitando gli avventori a riconoscere le emozioni nel quotidiano.
Giovanni Oscar Urso è artista sensibile, pronto a cogliere, e talvolta esasperare le contraddizioni della realtà contemporanea. La sua attenzione verso il mondo femminile, nella serie “la donna indipendente”, è un modo per denunciare alcune peculiarità divenute comuni nella nostra società, ove seduzione e erotismo sono espressione di una sorta di narcisismo sociale. Uomini e donne, infatti, hanno forse raggiunto una certa parità comportamentale, nondimeno restano i bisogni, i sogni, le amarezze, le gioie che differenziano uomini e donne in quanto gender.
Se si guardano le foto di Giovanni Oscar Urso, si scopre quanta artificiosità e quanta poca realtà sia rappresentata sotto forma di simboli espliciti. L’utilizzo delle bambole e le innaturali posizioni di autoerotismo servono a rappresentare un mondo artificiale in cui, nonostante il nome che vuol dare identità, nessun essere vivente, tantomeno una donna, può riconoscersi. I colori forzati da una saturazione sparata intervengono a suggerire atmosfere d’astrazione. Gli stereotipi, i volti volutamente sfumati o distorti rendono impossibile l’immedesimazione con il reale. E’ vero sono simboli di un’illusione.
L’aspirata indipendenza a cui soprattutto il genere femminile ha anelato è impossibile in un mondo ancora medioevale fatto di feudatari, vassalli, valvassori e servi della gleba. L’artista denuncia con forza l’ipocrisia di una certa politica demagogica che fa apparire come possibile e reale un mondo democratico pronto ad accettare la collaborazione dell’altro sesso, ma altrettanto incline a sminuirlo, umiliarlo o sfruttarlo.
Certo è che negli ultimi anni non soltanto le donne hanno perso diritti sul lavoro e la dignità della persona. Il concetto di indipendenza è innanzitutto strettamente legato al diritto di autodeterminazione: nel suo aspetto “esterno”, come diritto all’autonomia di giudizio politico; in quello “interno”, come scelta di perseguire un personale sviluppo economico, sociale e culturale.
Dunque la domanda che si fa Urso con le sue opere coinvolge il genere umano, che ha dovuto cedere conquiste di autodeterminazione ottenute con sforzo, con fatica, con la lotta. Eppure ci pare di vivere in un mondo progredito perché le donne sembrano godere della libertà di scegliere una vita da single, anziché modelli tràditi di rapporto coniugale e di maternità quali uniche aspettative di vita; sembrano progredite e capaci di autodeterminarsi per la libertà di scegliere e non solo di essere scelte. Le opere di Urso gridano il rischio dell’illusione. Invitano a riflettere sulla qualità delle emozioni, sull’origine del piacere e della soddisfazione, sulla possibilità che scaturiscano dal solipsismo piuttosto che da una vita di relazione.
La donna indipendente non esiste come non esiste al di fuori di un rapporto entro cui sappia sviluppare la sua autonomia. La donna indipendente è la speranza di una umanità migliore, che vive inconsciamente in ciascuno di noi.
Marco Testa

lunedì 9 maggio 2011

EQUILIBRI ARMONICI - Art&Design



SESSANTAQUATTROROSSO
Via Maggio, 64r - Firenze
6 – 29 maggio 2011
Vernissage: 6 maggio ore 18,30
Notte Blu: 7 – 8 maggio orario 16 - 24
Orario: mar. sab. 11 - 13 / 16 - 19
Ingresso libero
Curatore: Marco Testa
Collaboratrice: Asli Bicakci
Autori: Roberto Baronti, Emilo Bria, Emilie Cummings Enneking, Asli Kutluay, Paola Malaguti,  Manuela Marchesan, Alp Orcun, Filiz Ozturk Dogan, Valentina Sacripante, Paola Sapori, Sandra Senni.
Genere: Arte Contemporanea
www.artesangemini.it
+39.346 6420206

L’Associazione Culturale RistorArte inaugura dal 6 al 29 maggio 2011 a Firenze la mostra d’arte contemporanea, a cura di Marco Testa, “Equilibri Armonici” nello spazio SESSANTAQUATTROROSSO in via Maggio, 64r. La ricerca dell’equilibrio estetico ed interiore non si ferma nei confini nazionali: dall’Olanda, Turchia all’Italia, arte e design  trovano affinità intellettive, linguistiche ed espressive nei sette artisti esposti. La mostra sarà aperta durante la Notte Blu: 7 – 8 maggio orario 16 - 24
Una mostra all’insegna di equilibri apparentemente statici, dove pare che basti un soffio di fiato per far crollare ciò che si tiene insieme per miracolo. Arti figurative e design si confrontano sul tema dell’equilibrio. Tutto sembra reggersi su pochi punti fermi. Tutto pare immobile per necessità di sopravvivenza. Eppure si percepisce il dinamismo di forze che si compensano con piccoli invisibili e continui movimenti armonici che tengono insieme il tutto.  Spinte vettoriali, che obbediscono al richiamo dell’ordine, si attivano non appena una perturbazione, seppure impercettibile, sposta quell’equilibrio tenuto insieme da continue sinapsi. Scopriamo, per incanto, che l’energia meccanica e neurologica è dentro di noi e alle stesse leggi obbediscono le nostre emozioni. Sette personalità artistiche di tre nazioni europee raccontano i loro equilibri e fingendo di scoprirci stupiti, sappiamo che sono pure i nostri.
Marco Testa

lunedì 21 marzo 2011

Qualche Traccia di Realtà - Pallone Sergio





15 marzo – 10 aprile 2011
Sede: SESSANTAQUATTROROSSO
Via Maggio, 64r - Firenze
vernissage venerdì 25 marzo
ore 18,30

Orario: mar. sab. ore 11-13 / 16-19 
Biglietti: ingresso libero
Curatori: Marco Testa 
Autore: Sergio Pallone
Genere: arte contemporanea
Tel.: 3466420206
ristorartelibero@libero.it
www.artesangemini.it




Come apparizioni felliniane, le strutture geometrico-architettoniche delle opere di Sergio Pallone si svelano da atmosfere fluide, indefinite: praterie sterminate, acque residue di oceani improbabili. Sembrano paesaggi della memoria impressi nell’anima, quieti e silenziosi; posti ameni, che dilagano fuori dell’uomo e accolgono l’uomo nella sua forma edile: quasi fossero “nature morte” di morandiana memoria.
Eppure, la vita affiora nelle opere di Pallone, come una poesia non declamata, fatta di passaggi tonali, minimalisti. In un’epoca, quella contemporanea, in cui apparire ed esistere sembrano coincidere, in cui se non si urlano le proprie idee sembra che non se ne abbia alcuna, l’opera di Sergio Pallone costringe a una pausa di silenzio, in un mondo di note spesso stonate.
Un silenzio che non è assenza, perché ricco d’atmosfera e di presenze. La presenza dell’uomo è percepita in quelle fortezze, in quelle palafitte, in quei solidi, che cantano come in un auditorium la loro esistenza: una musica armoniosa fatta di toni alti e bassi, di andanti e allegri, di pause.
L’uomo e le sue emozioni sono presenti in metafora. Ora è una libreria vuota, che reclama il suo senso, pur non volendo mostrare la qualità dei libri che potrebbe contenere: come un uomo che rivendica il suo diritto ad esistere, anche senza esibizioni. Ora è un solitario pilastro, ora una reliquia templare, ora un più complesso fortilizio. Queste strutture architettoniche, d’identità indefinita, fluttuano come tracce di un’umanità che può trovare armonia nell’atmosfera di una stanza, o nell’angolo di una natura incontaminata, che racconta il mondo agli albori della civiltà.
Nessun elemento naturalistico fa di ambientazione ai suoi quadri; nessun albero, nessun cespuglio, nessun orizzonte definito rimandano a porzioni di paesaggi riconoscibili. Tutto è soffuso e minimale, mentre i passaggi tonali dei colori acidi fondono i verdi nei celesti, in una alchimia emotiva, che trova spazio solo nei ricordi, nella melanconia della memoria.
Quanto ci sia di autobiografico nella poetica di Sergio Pallone è solo intuibile. Aver lasciato, nell’infanzia, i paesaggi della sua Argentina può forse spiegare quel dipingere con tenerezza rincorrendo  la memoria di un profumo o di una sfumatura, mai restituibile, di luce. Fantasia di un’infanzia, che mitizza la memoria della propria storia. Il tutto lasciando dietro di sé qualche traccia di realtà.
Marco Testa


mercoledì 9 febbraio 2011

Comunque è tutto inutile - Note OFF

http://vimeo.com/19542098
Sede: Casa Bolognini
Via Santo Stefano, 4 Bologna
Presentazione video 29 gennaio 2011 ore 18.30
Ingresso libero
A cura di Marco Testa
Autori: Fabiana Aniello, Francesca Fini, Marco Casolino, Marco Testa
Genere: Video-Arte
www.artesangemini.it - marcotesta63@libero.it - 3466420206
www.francescafini.com - mail@francescafini.com - 3409162400


Comunque è tutto inutile e Note Off sono due video che sono presentati per Art White Night all’interno della mostra I CARE – SHOCK THERAPY per inUTILI, sabato 29 gennaio 2011. Come in un dittico, entrambi trattano di uomini e donne che raccontano le loro storie fatte di rabbia e d’amore, di passione e indifferenza: due vicende di cui s’intuisce l’antefatto ma di cui è impossibile prevedere il seguito.
Comunque è tutto inutile è una performance video, in un unico piano sequenza, con Fabiana Aniello e Marco Testa, autore anche dello script, diretti da Francesca Fini che ha curato la fotografia. Rappresenta una storia quotidiana, basata sulla frantumazione del dialogo, sull'incrinatura del contatto comunicativo, sulla difficoltà estrema di poter esprimere le proprie emozioni verso chi, per contrasto, riesce a viverle fino in fondo, anche se in forme diametralmente esasperate ed enfatiche. Una dualità così discordante fatta di assordanti silenzi trova equilibrio, seppur instabile, solo nella sua 

icomposizione. I tentativi di porsi in relazione sono comunque fuori tempo, alternati, così opposti da sembrare del tutto inUTILE lo sperare in un futuro coincidere delle emozioni … forse soltanto a un nuovo risveglio.
Note off è un video di Francesca Fini, tratto da una performance realizzata insieme a Marco Casolino. Pure in questo video si racconta la storia di un uomo e di una donna che culmina nel simbolico scambio di cibo, di latte, di lotta e schiavitù. Riusciranno mai a comprendersi, a superare la paura e la violenza? La mente è sempre vigile, anche se la candela brucia troppo in fretta. Come un vecchio disco che conosciamo bene, la voglia di conoscerci spinge a cercare il contatto con l’altro: cercarlo tramite le emozioni, anche le più contrastanti. Si troverà la forza, con una terapia d’urto, per evitare che ognuno spenga l’altro?
Due distinti video, con differenti linguaggi, sollevano quesiti affini su lontani mondi che si attraggono: l’uomo e la donna.

Francesca Fini e Marco Testa

http://dittico.blogspot.com/

venerdì 4 febbraio 2011

Alla ricerca della Forma - Fabrizio Michelucci

Luogo: chiostro Casa Bolognini
Via Santo Stefano, 4
27 - 31 gennaio 2011
vernissage 27 gennaio ore 19.30
orario: 10.00 -13.00 / 16.00 – 20.00
a cura di Marco Testa
autore: Fabrizio Michelucci
marcotesta63@libero.it
3466420206

Fabrizio Michelucci, cerca nella materia il suo conforto, conscio che questa sarà sempre imperfetta, ricca di disarmonicità, piena di graffi, incisioni e apparenti lacune, perché soltanto il solco che sfregia la materia la rende reale, la rende viva. Volti di donna accompagnano il suo studio sulle emozioni. La matericità delle opere di Fabrizio Michelucci è quel bisogno di dare concretezza a ciò che è soltanto una percezione, è voler esplorare momenti, istanti, talvolta impercettibili, dell’animo umano. Un broncio, un sorriso, un pensiero, un urlo strozzato, escono dal quadro con prepotenza, portano alla memoria momenti indimenticabili, indelebili, che ciascuno porta dentro di se. La libertà coloristica permette di percepire la dinamicità dei sentimenti, colti e non fermati, nell’istante del divenire.

Nasce nel 1959 a Firenze dove vive e lavora. Figlio d’arte ha sempre trovato nella espressività figurativa una forma di ricerca personale. Studi scientifici, negli anni 1980-90 ha collaborato con stilisti di moda, realizzando e rappresentando le collezioni , studiando la fisicità del corpo umano partendo dalle realizzazioni dei classici. Dopo il 2007 decide di impegnarsi esclusivamente della sua produzione artistica, nel 2008 espone le sue opere nella sua prima personale e successivamente in una collettiva alla Ken's Art Gallery Firenze, nel 2009 vince il primo premio del concorso d’arte contemporanea Ars Palliorum a Narni, e partecipa con le sue opere alla collettiva In Ordine Sparso, ed In Ordine Sparso #2, presso la Galleria RestaurArte a San Gemini (TR) a cui viene dedicato uno spazio nel TG.RAI Regione Umbria. Nel 2010 partecipa alla collettiva Teseo segnalata tra le mostre Art OFF di Art First Bologna.

Marco Testa

giovedì 6 gennaio 2011

SoiToi – Art&Moda Perotti – Inzaina - Parmeggiani

SoiToi – Art&Moda
Perotti – Inzaina - Parmeggiani
SESSANTAQUATTROROSSO
Via Maggio, 64r – Firenze

10 – 16 gennaio 2011
vernissage: 10 gennaio. ore 18.30
14 gennaio ore 18,30 – 22,30 presentazione della Collezione SoiToi
orario: ore 10 - 13 / 16 - 20
ingresso libero
Curatori: Marco Testa
Autori: Caterina Perotti, Tamara Inzaina, Roberto Parmeggiani
Genere: Moda e Arte Contemporanea Collettiva
www.soitoi.it - info@soitoi.it - +39.3475615873


SoiToi non è soltanto un brand che Caterina Perotti, giovane stilista, offre sul mercato, ma è anche un modo propositivo di concepire la vita. Soi Toi, “sii te stesso”, è un evento d’Art&Moda, che ha radici filosofiche, il bisogno di valorizzare la propria essenza, il proprio valore, il coraggio del rispetto per gli aspetti femminili contemporanei, in tutte le sue versatilità, dalle responsabilità lavorative all’impegno verso una società che condivide. Tutto questo senza scordare la poesia, la bellezza, la raffinatezza della ricerca anche dei piccoli dettagli fino a giungere all’equilibrio che comunque la rappresenta. L’intima personalizzazione della ricerca del dettaglio che costituisce armonia nella sua semplicità, unisce i tre artisti, Caterina Perotti, Tamara Inzaina e Roberto Parmeggiani che attuano con la loro creatività.
Caterina Perotti, con SoiToi Collection, valorizza il vero Made in Italy proprio perché rispettosa di quei principi che vogliono i capi lavorati artigianalmente con dettagli fatti a mano. Le fibre pregiate quali misti cashmere, alpaca e lana merinos 100%  si alternano e s’intrecciano a filati fantasia, quali ramati e ingabbiati multicolor quasi a creare un universo di trame personalissimo. Il 14 gennaio alle 18,30 vi sarà la presentazione del Brand SoiToi della giovane stilista con la presenza degli artisti.
 Il fil rouge che unisce i capi di maglieria di Caterina Perotti, e la ricerca artistica di Tamara Inzaina, rispondono al bisogno di “vestire” il mondo cercando di trasmettere sensazioni di benessere, di renderlo meglio  vivibile. Così che Tamara Inzaina, utilizza i suoi filati per vestire i suoi “moduli”, e come nei capi di Caterina Perotti, vi è la percezione come se si tessesse una trama intorno alla realtà, di quella si svelano solo alcuni aspetti, celandone altri. Quando questi affiorano nitidi, come da un’ampia finestra, l’effetto è gioioso, armonioso, sensuale senza ostentazione.
Con lo stesso intento, Roberto Parmeggiani, accoglie con generosità, nelle sue istallazioni la poetica delle due artiste. “Tento di coniugare il verbo educare, oltre che come pedagogista, anche come teatrante, per passione e come scrittore, per imperfezione” così si definisce Roberto Parmeggiani, un poeta che fa delle sue poesie delle istallazioni in una cornice di semplicità quotidiana, dove l’essenzialità diviene simbolo di pulizia dagli orpelli e sorge spontanea la domanda in chi le guarda: “dove ho lasciato il mio ultimo libro di poesie?” "Sta lì", sembra rispondere l’artista, " accanto ad una seggiola, vicino ad un appendiabiti, pronte per assisterci nella vita quando si esce di casa la mattina o quando la sera torniamo stanchi da un’intensa giornata di lavoro". Stanno lì accanto ad abiti che nella loro semplicità sottolineano l’importanza di rendere migliore il quotidiano. Poesie stampate come fossero giganti scontrini quasi a sottolineare il bisogno di una poetica anche nei nostri acquisti.
I tre artisti Caterina Perotti, Tamara Inzaina e Roberto Parmeggiani condividono non soltanto uno spazio in una mostra che li accomuna ma si compensano ognuno con la propria arte espressiva, realizzando uno spettacolo armonico grazie alla condivisione dei loro intenti.
Marco Testa

I CARE - SHOCK THERAPY per inUTILI

I CARE - SHOCK THERAPY per inUTILI
Casa Bolognini, Torre Alberici
Via Santo Stefano, 4 - Bologna
27 - 31 gennaio 2011
Vernissage: 27 gennaio ore 18.30
29 gennaio Art White Night ore 21 performance dell’artista Sciandra
Orario: 10 - 24
Ingresso libero

Curatori: Marco Testa, Alessandra De Bianchi, Valentina Filice, Chiara Ronchini, Olivia Turchi

Autori inUTILI: Stefano Aspiranti (Puff), Stefano Dall’Omo, Susanna de Paolis, Liviana Di Francesco, Susanna Gerardi (Sciandra), Giorgio Granozio, Luca Guenzi, Silla Guerrini, Luciano LeoNbruni, Federica Mazzoni, Marco Nerieri, Roberto Parmeggiani, Salvatore Pellitteri, Angelo Rambaldi, Marco Rendina, Enzo Sbarra, Laura Soprani, Stefania Ugolini, Giovanni Oscar Urso.
Genere: Arte Contemporanea Collettiva
www.inutili.info - inutilman@libero.it - 338 82 33 752 – 348 85 97 342

La mostra “SHOCK THERAPY”, inserita tra gli eventi Arte Fiera OFF di Art First Bologna 2011, è la prima mostra che inaugura il progetto di Marco Testa “I CARE” nel quale si chiede a giovani curatori d’arte, posto un titolo all’evento, di occuparsi specificatamente degli artisti, dell’allestimento delle opere e di un testo critico.
Marco Testa, ha selezionato i giovani curatori Alessandra De Bianchi, Valentina Filice, Chiara Ronchini, Olivia Turchi, che insieme a lui cureranno 19 artisti del gruppo degli inUTILI: un movimento d’arte e di pensiero, nato a Bologna nel 2009.

Durante la Art White Night del 29 gennaio, si svolgerà la perfomance dell’artista Sciandra.

In una società che globalmente sta vivendo una crisi così profonda da coinvolgere persino le dinamiche culturali e tanto ampia da non riuscire ancora a stimarne realisticamente gli effetti presenti e futuri, ci si chiede quale possa essere il ruolo dell’arte, apparentemente un’inUTILE categoria che sempre con più difficoltà riesce a strappare l’attenzione di politiche blindate all’autoconservazione. In un mondo sempre più distante dalle reali esigenze del vivere quotidiano, in un mondo in cui ci riconosciamo sempre meno, in un mondo sempre più insensibile ad investire in cultura poiché la sua incidenza economica si muove in percentuali insignificanti sui PIL nazionali, ci si chiede quali inUTILI sforzi l’arte debba compiere per giustificare la sua sopravvivenza.

“SHOCK THERAPY” è il tentativo di riprendere il controllo delle nostre vite. Mentre tutto può sembrare incline ad un imbarbarimento di valori, anche spirituali, dove l’economia è divenuta virtualità autoreferenziale, come quella finanziaria, dove la comunicazione sembra essere stata fagocitata dai mass media, dove tutto sembra pronto a implodere da un momento all’altro, ci sono sentori di uno shock culturale in atto, una sorta di shock terapeutico di sopravvivenza. Una terapia d'urto culturale si può realizzare attraverso la creatività, coscienti di una sua inutilità solo apparente, dal momento che essa mette in moto sinergie e pensieri che, attraverso l’ironia, la provocazione, la riscoperta di emozioni sopite, permette di poter distinguere, e dunque scegliere individualmente, ciò che non ci appartiene. L’utilità di poter scegliere rende gli uomini liberi, liberi di pensare persino di poter cambiare un mondo che non piace più. Non attraverso formule utopistiche ma utilizzando la forza dell’aspetto ludico della vita quotidiana. La rottura di schemi precostituiti ha messo in evidenza le contraddizioni di una società, innescando involontariamente la ricerca di nuovi mezzi, di nuove strade espressive e comunicative. La creatività attraverso forme d’arte ha sempre stimolato il progresso dell’umanità. Fin dal Paleolitico, quando l’uomo riusciva a malapena a soddisfare i propri bisogni primari, ha avuto bisogno di segnare e arricchire la propria vita di forme artistiche. Già questo dovrebbe far comprendere la forza e l’importanza di un valore che, seppur inUTILE, permette di creare le dinamiche utili a migliorare la qualità dei luoghi e il senso della vita quotidiana delle persone. Chi rimane insensibile al crollo di Pompei, chi è pronto a scaricare le proprie responsabilità per il dissesto culturale del nostro mondo, non può non accorgersi che l’arte può essere uno dei mezzi culturali per rivoluzionare un pensiero, una filosofia di vita.

Marco Testa